E alla Sala Marconi, dalle 16, dibattito sugli artisti fuori dal sistema con Zepstudio, Marrone, Giordano e Leto
L’inaugurazione della terza mostra del museo d’arte contemporanea di Alcamo, intitolata “Ottocelle/Fabbrica”, che sarà celebrata domani, sabato 11 luglio alle 18,00, segna anche il passaggio di consegna tra il Creative Lab progetto che ha dato nuova vita artistica all’ex collegio dei Gesuiti, al Comune di Alcamo. Saranno presenti il commissario straordinario del Comune di Alcamo, Giovanni Arnone, il responsabile scientifico Alessandra Badami e il direttore artistico del progetto Enzo Fiammetta. A completare il percorso espositivo del museo d’arte contemporanea di Alcamo, dove è già presente una collezione permanente, saranno le opere di quattro giovani artisti del panorama siciliano Roberto Romano, con il suo travertino Francesco Surdi, Loredana Mannina e la giovanissima Veronica Pipitone con i giocattoli ispirati ad Alcamo. Il taglio del nastro sarà preceduto, alle ore 16,00 alla Sala Marconi di corso VI Aprile, dall’incontro “Fuori dal sistema dell’arte”.
Il dibattito, aperto al confronto con la stampa e moderato da Gianfranco Marrone, professore ordinario di Semiotica all’Università di Palermo con interventi di Marina Giordano, critico e storica dell’arte, e dell’artista Alfonso Leto, affronta il tema degli artisti che operano ai confini, se non deliberatamente fuori, dal sistema dell’arte. Sarà preceduto dalla proiezione del cortometraggio di ZEPstudio “Giovanni Bosco, Dottore di Tutto”, realizzato nel 2009 per divulgare l’opera dell’artista castellammarese Giovanni Bosco, una testimonianza sul senso dell’arte e sulla necessità di praticarla come strumento irrinunciabile e primario dell’espressione umana.
La mostra Ottocelle/Fabbrica
Coerentemente con l’anima del progetto Creative Lab, è il rapporto con il territorio di Alcamo, presente in ciascuno degli artisti, a caratterizzare il filo conduttore della mostra. Roberto Romano, insieme al gruppo Fare– Ala studia gli aspetti sociali e geologici della grande placca di travertino su cui sorge la città e le mutazioni di organizzazione sociale, economica e politica nate con lo sfruttamento di questa risorsa naturale. Francesco Surdi in “Something from” traduce le morfologie e le suggestioni delle lunghe camminate per la città in un’installazione che si lega alla sua preistoria e ai suoi reperti paleontologici. Loredana Mannina, artista e restauratrice, invece, riprende la tradizione della concia delle pelli, fiorente ad Alcamo già ai tempi del soggiorno di Antonello da Messina, trattando il cuoio, come se fosse un merletto; infine, Veronica Pipitone realizza dei giochi per bambini, attingendo ad alcune delle prendendo spunto dall’impianto urbanistico della città, i suoi oggetti colgono uno dei punti di essenziali del progetto sperimentale Creative-Lab che, proponendo ai giovani artisti di misurarsi con il merchandising museale, intende indagare il rapporto possibile tra aziende del territorio e istituzione museale.