Dopo essere stato presentato nelle maggiori piazze del Sud Italia torna a Palermo, dove è cresciuto il suo autore, “La bicicletta volante”, una storia vera, una storia tragica, una storia tutta siciliana scritta da Fabio Giallombardo. Docente di lettere al Liceo Classico di San Benedetto del Tronto, dove vive con la moglie e i figli, Giallombardo è nato a Padova nel 1973 e tornerà nei luoghi dove è cresciuto e dove ha vissuto gli anni della giovinezza, svolgendo attività di recupero sociale attraverso il gioco, nei quartieri del Capo, della Kalsa e di Ballarò, per presentare, mercoledì 23 luglio alle ore 18 alla libreria Broadway, la sua prima fatica letteraria.
Nel romanzo, c’è tutta la contraddizione della Palermo di almeno quindici anni fa, in un periodo in cui la crisi non c’era e girava moneta, molta moneta. C’è anche la scuola Gonzaga, «l’istituto Ignaziano», come viene semplicemente chiamato nel testo, tempio della Palermo bene e della sua progenie. Raccontato, fin già dalle prime pagine dell’opera prima di Giallombardo, c’è anche il Capo, con il suo mercato e la sua miseria; un quartiere che, ai tempi non lontani in cui è ambientato il romanzo, appare anche più misero e disperato.
C’è la mafia e c’è la corruzione nel testo scritto da un figlio di Sicilia che oggi lavora oggi lontano dalla sua terra ma resta ancora al Sud. C’è il mito corrotto di un padre apparentemente perfetto e improvvisamente e platealmente svelato in immonde vergogne; «un sepolcro imbiancato» come tutti quei colletti bianchi che, negli anni Novanta, si sono rivelati più sporchi dei killer di quei delitti di cui sono stati complici o mandanti. C’è, infine, una redenzione tentata, in cui il protagonista Gaspare Traina, tenta di gettare un inedito ponte tra le due sponde della città, quella ricca e falsa e quella povera e irredimibile, con in comune solo la voglia di distruggere. E c’è, a sorpresa, la scoperta di un figlio, Salvatore, frutto di questo improbabile incrocio sociale, un figlio ignoto, scoperto, perduto ma ritrovato grazie ad un pallone e ad una… Bicicletta volante.
È un punto di vista diverso, La bicicletta volante, della classica storia siciliana basata sul tutto cambi affinché nulla cambi davvero, sulla scia dell’iconico Gattopardo espressamente e velatamente più volte richiamato nel testo. Emerge come agli appiccicosi agi, per quanto sporchi di sangue, sia difficile opporre una rinuncia; essi intrappolano anche il più complicato ribelle ma quando tenta di fare l’eroe, tappandosi le orecchie dinanzi al canto di queste subdole sirene, il «sistema» trova il modo di rimettere a posto le carte e riprendersi in mano il gioco.
«Ma questo sistema è davvero impenetrabile?». È forse l’unico interrogativo positivo che si intravede nella tragica fine di questa storia che, scrive l’autore: «È una lettera d’amore alla Sicilia e a tutti i siciliani che non accettano che venga tenuta in ostaggio da un sistema, da un organismo invisibile e tentacolare, nato dalla nostra stessa paura di non poterci costruire un futuro con le nostre mani».
Il romanzo si inserisce nella collana di narrativa di Autodafé Edizioni, una casa editrice milanese indipendente, nata nel 2010 con l’obiettivo di promuovere e pubblicare scrittori italiani contemporanei, autori di opere che siano di stimolo nella varietà degli stili, dei modelli, dei generi letterari alla comprensione della realtà sociale del nostro Paese.
Nella foto di copertina l’attore Alessandro Rugnone, prima di una lettura pubblica a San Benedetto del Tronto
© vietata la riproduzione – Glitter Sicilia