E’ stato presentato a Palermo, in occasione di Panorama di Italia, il film Terra Madre prodotto da Tommaso Dragotto di Sicily by car con la regia di Pucci Scafidi. Panorama di Italia è un’iniziativa del settimanale nazionale che porta in giro per l’Italia per 25 città, cultura, economia, architettura, e che si conclude in questi giorni a Palermo alla presenza del direttore Giorgio Mulè. Al talk show hanno presenziato la giornalista e critica cinematografica Piera Detassis, l’inviata di Striscia la notizia Stefania Petyx, Davide Rampello, direttore regista dello spazio Zero all’Expo. Prima della proiezione del film un concerto del maestro Giuseppe Milici che ha fatto la colonna sonora di Terra Madre.
Intervista al regista e noto fotografo palermitano Pucci Scafidi.
Cosa è Terra Madre?
Terra Madre è un docu-film che dura 38 minuti, girato per 8 mesi tra il 2014 e il 2015, con luce naturale e una cinepresa C100 in 2.35:1 in cinemascope. Finito lo scorso luglio è stato portato in anteprima ad Expo. Il plot – spiega Pucci Scafidi – parla di una giornalista non siciliana che viene ad intervistare un imprenditore dell’Isola. Quest’uomo racconta a questa donna la sua storia e dice che lui è deciso di fare impresa e di vivere in Sicilia. Il film inizia infatti con una frase di Federico II di Svevia in Stupor Mundi: “Non invidio a Dio il paradiso perché sono ben fiero di vivere in Sicilia”. La giornalista si innamora di questo racconto che si trasforma in un reportage chiamato Terra Madre che passa anche per dieci dei presidi slow food presenti nell’Isola.
Pucci Scafidi si identifica nell’imprenditore che crede nella salvezza della Sicilia?
La Sicilia è salva, ce lo insegna la storia. Girato questo film ho notato che sono i siciliani che tendono ad affondare. Siamo abituati ad essere dominati, e quindi da dominati in pochi cerchiamo di eccellere, di creare, di costruire. E quei pochi che cercano di farlo, invece di essere considerati come modello sono considerati dei pazzi perché siamo soltanto bravi a lamentarci. Io mi rivedo in questa persona, non perché io sia un imprenditore, perché io sono un professionista, ma perché quest’uomo è follemente innamorato della Sicilia e anche io lo sono.
Il cast del film?
C’è un intervento eccezionale bellissimo di Giancarlo Giannini che ha voluto doppiare il docu-film Terra Madre, sentire parlare Giannini sulla nostra terra e della nostra terra mi emoziona ogni volta. Ho chiamato anche alcuni amici, tra questi ad interpretare un sacerdote di un orfanotrofio un eclettico commercialista palermitano molto noto, Gigi Brucculeri che si è divertito a fare il frate francescano. L’imprenditore da piccolo, protagonista del film è il palermitano Andrea Pangallo, figlio di un carissimo amico. Anche Danilo Mocera mio grande amico interpreta il maggiordomo della casa dell’imprenditore. Manuela Laiacona, giornalista enogastronomica nella vita è la giornalista del film. L’imprenditore adulto è infine il produttore stesso del film, Tommaso Dragotto. Nel film anche altri personaggi siciliani, contadini, pescatori, uomini che lavorano la terra, gente comune che si è prestata a farsi riprendere durante i loro lavori quando si parla della fagiola badda, della capra girgentana, del mandarino tardivo di Ciaculli.
Quali le emozioni nel farlo?
Fortissime! Con la mia produzione di sette persone circa, abbiamo avuto sveglie all’alba alla ricerca delle prime luci o viceversa delle ultime. Inizio con una Sicilia inedita, invece che mare e sole, parto con una Sicilia innevata che spero di far vedere quanto sia bella in questa veste. E poi ho amato la totale apertura di chi non sapendo chi eravamo e cosa stessimo facendo di prestare la propria opera per la realizzazione di questo documentario che credo sia ammaliante ed emozionante.
Biagio Bruccoleri nei panni del frate francescano in Terra Madre
«Come dicono in questi casi gli attori consumati, ai quali rubo la battuta, prima di tutto mi sono divertito moltissimo» commenta Biagio Maria Bruccoleri, il commercialista e nobile palermitano, noto per il suo buon gusto oltre che per l’aspetto da attore, prima ancora di diventarlo davvero. «Mi sono anche emozionato – aggiunge Gigi, come lo chiamo gli amici – il progetto mi ha affascinato fin dall’inizio, la caparbietà di Tommaso Dragotto, la bravura di Pucci Scafidi, la sceneggiatura fluida di Lorenzo Matassa, mi hanno mostrato una passione per questa terra che è ciò che ogni giorno anima la mia vita. Questo docu-film rende in modo estremamente evidente che viviamo in un “trocito de paraiso” come direbbero gli spagnoli e che faremmo bene a non dimenticarlo. È l’impegno e così anche l’amore di questa gente che renderà a questa terra il servizio migliore ed io sono orgoglioso di aver fatto la mia piccola parte». © Riproduzione riservata