L’email è una stretta di mano, l’sms un abbraccio, il messaggio su Fb una pacca sulla spalla (l’odiato poke), la telefonata è un bacio sulla guancia e la telefonata di prima mattina, ad ora di pranzo o dopo le venti, un bacio in bocca. Dopo le ventidue addirittura con lingua. Sei sicuro che puoi permetterteli?
La comunicazione è cambiata. Sono talmente tante le piattaforme che sollecitano la nostra attenzione, che cercano di raggiungerci come “riceventi“, in senso tecnico ed accademico, di un qualsivoglia messaggio che, se non si cominciano a riscrivere ed incamerare nuove regole di buone maniere e senza tenere la giusta distanza, si rischia di impazzire, di andare in tilt da sovraccarico e di sembrare dei gran maleducati. Mentre si è solo degli ignoranti, non colpevoli, alla fine, perché ciò che di sapeva essere giusto e corretto, è rapidamente cambiato sotto il nostro naso e senza neanche chiedere il permesso.
Del resto, il bon ton dai tempi di Monsignor Della Casa ad oggi si è evoluto e ciò che prima era mal costume comune, ora è stato acquisito come sbagliato. C’è speranza, quindi, che la gente migliori e perfezioni il proprio approccio verso il prossimo anche se, l’invadenza, spesso, è un difetto genetico, come un porro sul naso, che non tutti capisco che è bene rimuovere.
Ci sono allora delle regole d’oro che non cambiano e ad altre che si aggiungono, tra i mezzi della tradizione e i nuovi 2.0. A seguire i primi:
1. L’invito cartaceo a casa: E’ sempre il massimo, se devi comunicare un avvenimento non c’è niente di più bello di elegante, concreto, chic e raffinato. Dal compleanno al party di inaugurazione di un negozio. In un invito c’è un cartoncino da toccare, si capisce che hai perso del tempo a farlo e speso soldi anche per consegnarlo. L’indirizzo di casa poi è un’informazione intima si vede che abbiamo un rapporto stretto, e se te l’ho comunicato e perché volevo riceverlo. Iconiche le partecipazioni di un matrimonio.
Contro: se a casa viene recapitato un messaggio promozionale è il massimo dell’odio. Osare violare l’intimità del proprio indirizzo con qualcosa di commerciale è ai limiti dell’abuso. Giusto il volantino della pizza a domicilio può avere un minimo di utilità. Meglio investire in campagne di comunicazione di massa, con un filtro che dà un’allure professionale. Una campagna manifesti, pubblicità sui giornali, promozioni sul web, manifestazioni di richiamo pubbliche. Non per niente in tempi di preferenze elettorali, l’invio di massa a casa di lettere era il mezzo preferito dalla politica che non conosce le buone maniere.
2. Telefono di casa: è una vergine inviolata o al massimo una moglie fedele e tale deve restare. Un retaggio di poche famiglie. Serve alle zie, alle sorelle “over cinquanta”, nel corpo o nella mente, per parlare ore, illudendosi di spendere di meno. Senza sapere che ci sono contratti mobili che equivalgono la convenienza. Unico pregio, forse, il fisso non cancellerà ogni neurone del nostro cervello, ma la scienza non è univoca in questo.
Contro: il call center è sempre in agguato. Alle tre del pomeriggio quando la casa riposa un trillo spezza il silenzio o il leggero brusio di un televisore. Al “pronto” risponde una compagnia telefonica con un’offerta per strapparti al concorrente. Non aggiungiamo altro perché sono ragazzi sfruttati e fanno il loro lavoro ma questo sistema consentito dalla legge è quanto di più cafone possa esistere al mondo (a nostro parere si intende). Unica soluzione eliminare il telefono fisso. © Riproduzione riservata
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