Sulle rive del mare del Sud si specchiano le casuzze, le spiagge, i colori, il castello Tafuri e l’antica Tonnara e poi lei, la Terrazza dei due mari, da dove è possibile ammirare le acque del Mediterraneo che abbracciano quelle dello Ionio. Tutto questo si racchiude in un solo nome: Portopalo di Capo Passero. Tra le stradine ed i sentieri ci si libera la mente, mentre riecheggiano le voci dei pescatori, l’anima di questo luogo.
Un lavoro duro il loro, la cui fatica è ricompensata se la tirata delle reti è copiosa: i loro compagni di viaggio sono il silenzio, il mare ed il buio della notte che lascia spazio al chiarore dell’alba. Fatica, sudore, storie di vita si intrecciano tra le reti, e pezzi di anima rimangono imbrigliate tra queste. Reti che raccontano di un lavoro manuale, in cui la forza, unitamente alla precisione, porta a vivere una vita sospesa tra i mare e la terraferma. Un lavoro che si tramanda, così com’è successo a Sebastiano Burgaretta, pescatore, artigiano, stilista delle reti. In lui passato e futuro suggellano un patto: le antiche reti dei pescatori danzeranno sui corpi delle donne. Forte degli insegnamenti ricevuti, Sebastiano decide di vestire le donne e creare per loro una moda colorata, leggera, unica, artigianale.
Da una parte la seta ed il filo di scozia, dall’altra un particolare ago ed una piccola canna di bambù chiamata nel dialetto locale “morro”. Intrecciando, filo dopo filo, la creatività di Sebastiano parte per mete stimolanti ed è capace di ritrovare un legame tra lui e ciò che lo circonda.
Un’arte che Sebastiano ha messo in pratica e che gli ha permesso di realizzare dapprima delle piccole creazioni, oggi degli abiti. Non crea bozzetti, non disegna, perché ciò a cui dà vita ha già preso forma nella sua mente: un filo da cui crea il tutto, una lavorazione a tutto tondo, senza cuciture, solo sapiente gioco di mano, sapiente. Orecchini, collane, stole, sino ad approdare agli abiti. Abiti per un’estate colorata, leggerissimi, impalpabili, che abbracciano il corpo e lambiscono gambe e braccia.
Sino ad approdare al cavallo di battaglia: l’abito da sposa, un bianco accecante, una linea morbida per un giorno da protagonista nella propria terra. L’arte di Sebastiano è un invito ad indossare la sicilianità o “sicilitudine” come diceva il grande Sciascia. La fierezza di un lavoro antico che si tramanda come una fotografia animata: l’arte è la stessa, i protagonisti invece si susseguono. Sebastiano parteciperà ad Expo con il cluster Bio-mediterraneo martedì 23 giugno 2015, un’occasione unica per ammirare dal vivo il suo lavoro, una storia nella storia, un richiamo che viene dal mare ed approda sulla Terra.
Un abito, un accessorio per catturare il sole siciliano tra le maglie, la cui grandezza varia a seconda del diametro del morro. Più piccolo è il diametro, più piccole saranno le maglie e di conseguenza più pregiato il capo, unendo l’arte ad un lungo e attento lavoro certosino.Sebastiano Burgaretta, per un’estate non solo da vivere, ma soprattutto da indossare.
Per tutti coloro che fossero interessanti a contattare Sebastiano Burgaretta, lascio il suo sito:
- http://www.sebastianoburgaretta.it/