E’ stata di oltre il 90% l’adesione in Sicilia allo sciopero nazionale, proclamato dal Sindacato autonomo OR.S.A. Ferrovie contro la mancanza di sicurezza sui treni per il personale FS, soppressi i treni regionali e garantiti solo servizi minimi a lunga percorrenza. Un dato, che conforta quanti hanno organizzato la mobilitazione a livello nazionale, sostenendo che “oggi la sicurezza sui treni viaggia dalla Sicilia alla Lombardia sullo stesso binario”
Fermati i teni fermi per protestare contro l’escalation di violenze che ha visto vittime il personale viaggiante di Trenitalia, i ferrovieri hanno scioperato per solidarietà al collega Carlo Di Napoli, aggredito lo scorso 11 giugno colpi di machete in Lombardia.
«Ancora una volta – afferma Giuseppe Terranova, segretario generale dell’Orsa Ferrovie Sicilia – siamo costretti a protestare contro uno stato di immobilismo che, a tutt’oggi, non ha prodotto alcun risultato contro la lotta alle aggressioni del personale operante a bordo dei treni. Un problema, che investe tutta Italia e che deve chiamare in causa ognuno».
«Colpevoli solo di fare il proprio dovere – tuona il sindacato – capitreno, assistenti di stazione e adesso anche macchinisti subiscono indifesi le crescenti violenze di quelle persone che credono di essere superiori alle più elementari regole di una società cosiddetta civile, ma l’emergenza sicurezza riguarda anche utenti e pendolari. Del resto, i fatti parlano da soli e, quando mancano adeguati interventi atti a garantire la sicurezza, si arriva quasi a una media di un’aggressione al giorno, ci chiediamo cosa dovrà accadere ancora affinché gli organi istituzionali preposti escano la testa dalla sabbia per affrontare concretamente il problema».
Per questi motivi, ora le richieste degli aderenti all’OR.S.A. vanno in direzione del Governo, dei ministeri dell’Interno e dei Trasporti e di tutte le aziende di trasporto, affinché pongano in essere tutti i necessari protocolli che questa escalation di violenze impone.
Inevitabile, in tutto questo, ribadire la solidarietà al collega Carlo Di Napoli, che nei giorni scorsi ha rischiato la vita.
«Non vogliamo più assistere ad altre aggressioni – conclude Terranova – così come non vogliamo confortare ancora le vittime di questa ignavia e le loro famiglie. Siamo vicini a Carlo e a tutti i nostri colleghi che hanno vissuto la stessa esperienza, ma lo saremo ancora di più quando l’attenzione mediatica scemerà. Perché non bisogna dimenticare e lasciare soli coloro che hanno subito una violenza così atroce solo per aver svolto il proprio lavoro».