La macchina del Festino va avanti a pieni giri, cercando di recuperare sul tempo: se a Villa Pantelleria sono in corso le coreografie e le prove delle scene di “Rosalia è Palermo”, l’allestimento sul Piano della Cattedrale costruito dal direttore artistico Lollo Franco, proprio sul sagrato si sta definendo il Carro trionfale su disegno di Sergio Pausig: al lavoro, due squadre diverse che decorano e scalpellano senza sosta. Il Carro è ormai a buon punto: tutto d’oro, con un palco barocco che ospiterà figuranti e musicisti; e il famoso dodecaedro con le foto dei dodici eremiti contemporanei scattate da Carlo Bevilacqua. Sul carro, la statua della Santa, alta 2,40 metri, con un lungo manto azzurro mosaicato.
Gallery firmata da Lorenzo Gatto
A Villa Pantelleria, dunque, si provano le scene teatrali e le tre coreografie che prenderanno corpo martedì 14 alle 21: il ballerino Giuseppe Bonanno, del corpo di ballo del Teatro Massimo, sta lavorando ai movimenti sul Piano della Cattedrale, che si andranno intersecando con le scene teatrali che raccontano la storia di Santa Rosalia; Angela Abbigliati e Patrizia Veneziano si occupano invece delle altre coreografie che si insinuano lungo il corteo su corso Vittorio Emanuele.
La fermata classica dei Quattro Canti, quando il sindaco offrirà il mazzo di rose alla santa; poi Piazza Marina e Porta Felice, dove l’omaggio danzato alla Santuzza affonderà nelle radici tradizionali siciliane. Coinvolti quattro danzatori professionisti – Alessio Monforte, Alessio Damiani, Thomas Martino, German Marina -, mentre le parti principali femminili sono affidate ad undici ballerine provenienti da scuole di danza della città: sono Simona Bonanno, Sofia Caccamo, Tullia Francischiello, Miriana Di Matteo, Sofia Leopizzi, Valeria Zara, Evelyn Hutchings, Federica Sampognaro, Sofia Tarantino, Carlotta Viola, Simona Aguglia; a loro si aggiungeranno poi altre sessanta danzatrici delle scuole palermitane che hanno risposto ad un avviso pubblico dei giorni scorsi in cui Santina Franco (che sta organizzando la “macchina”) chiedeva il coinvolgimento spontaneo per l’omaggio finale del corteo.