Pietro Massimo Busetta è uomo di numeri e di anime. Economista di fama internazionale, ha sempre attraversato i luoghi con curiosità, riproducendo le emozioni, fermando i personaggi incontrati, cercando piccole verità nelle scene di vita quotidiana. Ne è nato un racconto in cinquanta fotografie, anche in grande formato, e un video di 250 immagini, scelte tra le decine di migliaia scattate in mezzo secolo in giro per il mondo. Soprattutto in Paesi profondamente diversi e lontani da un’Europa fattiva, satura di immagini.
La mostra “Impressioni-smo. Fotogrammi di un viaggiatore visionario” di Pietro Busetta, a cura di Giacomo Fanale, sarà ospitata fino all’1 dicembre in quel luogo profondamente simbolico che è il Monte di Santa Rosalia di Palazzo Branciforte a Palermo. La mostra è prodotta e organizzata da Settimana delle Culture grazie al sostegno della Fondazione Sicilia e il contributo di Fondazione Sicania e Sicilbanca. Catalogo Giannini editore.
“La mostra è un viaggio attraverso un mondo fatto di realtà ed emozioni, che i fotogrammi di Busetta restituiscono al visitatore con forza e passione” dice il presidente di Fondazione Sicilia, Maria Concetta Di Natale mentre per Giorgio Filippone, presidente di Settimana delle Culture: “Le fotografie scelte tra le migliaia di scatti realizzati da Busetta in cinque continenti, catturano atmosfere, colori e le anime più profonde di popoli, culture e luoghi spesso a noi lontani”.
“Il fotografo, se è tale, non riprende quello che tutti vedono ma in un mix tra il racconto della realtà esterna, interpretato con la sua sensibilità, ne inventa un’altra”: così Pietro Massimo Busetta che si definisce “fotografo per caso”, convinto com’è che l’obiettivo non possa essere avulso dalla realtà; ma, stringendo un rapporto con l’esistente, riesca a creare un mondo parallelo fatto di sensazioni e emozioni che da ogni scatto balzano fuori imperiose. Probabilmente è la doppia anima di Pietro Massimo Busetta – sempre l’economista e, in questo caso, il narratore per immagini, dal 9 settembre in libreria con il suo ultimo libro, “La rana bollita” (Rubbettino Editore) – a creare il primo cortocircuito su cui poi si innestano gli altri. Dalla Cina, dove è stato più volte, al Marocco, dall’India al Brasile, dallo Yemen al Myanmar agli Stati Uniti, e così via. Lontano.
“Al rientro dalle sue solitarie escursioni in giro per il mondo, Pietro Busetta come tutti i grandi viaggiatori, fa memoria delle sorprendenti visioni che rimangono impresse nei fotogrammi, impressioni colte con sensibilità non comune, reperti di immersioni in contesti ed atmosfere il cui fascino si percepisce in ogni scatto” scrive il curatore Giacomo Fanale che ha scelto le immagini che compongono oggi la mostra.
L’avvicinamento sistematico e candido a culture diverse, fa il resto: ogni fotografia è come che narrasse innanzitutto la meraviglia continua di fronte a luci, momenti, templi, culture, uomini, donne e bambini. Cercando di “rubare” il più possibile il lato nascosto di ciascun soggetto, animato e inanimato: per restituire il gusto di un furto mai arrogante, il rispetto per gli esseri viventi.