Solo loro sono almeno trecento. Se, poi, consideriamo anche le famiglie, il numero lievita sensibilmente. Trecento e passa voci che si levano alte e che gridano: «Giù le mani dallo Zen».
E che, a ridosso della presentazione del piano di riqualificazione del loro quartiere, annunciato proprio oggi dal primo cittadino, chiedono se non sarà l’ennesima sfilza di promesse elettorali.
«Era il 13 Aprile del 2015 quando ho portato le ragazze a Villa Niscemi – racconta Aurelia Granà, l’ex insegnante di un corso professionale – dove vennero promesse tante belle cose, facendo loro credere che la situazione potesse cambiare. Pura illusione perché, a distanza di quasi un anno, allo Zen la spazzatura sbuca sempre da tutte le parti, le fognature scoppiano e distribuiscono liquami a cielo aperto, mentre i cosiddetti “montarozzi” pieni di ogni materiale di risulta, che Orlando aveva promesso sarebbero scomparsi, fanno bella mostra di sé. Tranne, però, quelli eliminati per l’imminente arrivo della Boldrini».
«Gli spazzini vengono, guardano e vanno via – spiegano Francesca, Marika, Maria, Anna, Lucrezia, Clara e tutte le altre ragazze – dimostrandoci apertamente che la cosa non interessa assolutamente. Non diciamo che ci vorrebbe poco per sistemare le cose ma, con un pizzico di buona volontà, si potrebbero sistemare diversi spazi abbandonati e trasformarli in villette, creare aree per ì giochi dei bambini e zone in cui noi ragazzi possiamo trascorrere il nostro tempo libero. Invece, non sappiamo mai dove stare».
Altro capitolo sono i collegamenti con la città, da sempre estremamente carenti o anche del tutto assenti. Ciò comporta l’isolamento degli abitanti dal resto della città per la difficoltà di raggiungerla. Tanti sono, inoltre, i ritardi a scuola a causa di tali inefficienze.
«Nelle periferie non cambia mai nulla – afferma Eduardo Marchiano, presidente dell’associazione “Aiace” – come del resto non cambia la modalità con cui si promettono e annunciano gli interventi. Ricordiamo il nostro primo cittadino venire a fare il classico giro del mercatino a stringere mani e promettere il mondo. Passerelle viste e riviste che Orlando intende riproporre? La nostra associazione chiede da sempre la riqualificazione di questo territorio. Parlo di realtà come l’ex Onpi, di via Aiace stessa, del cotonificio per il quale ci battiamo al fine di garantire piena tutela ambientale. Dov’è quella riqualificazione urbana tanto promessa? Se ne parla solo in campagna elettorale e poi tutto torna nel dimenticatoio. Senza pensare che riqualificare significa anche dare lavoro. Le periferie non possono essere sempre e solo serbatoi di voti, di cui ci si dimentica passate le elezioni di turno. Basta veramente. Ci uniamo al grido delle ragazze dello Zen, ribadendo che queste realtà non sono il ramo secco della città, ma la sua linfa vitale».
«Ancora un’altra conferenza stampa per dire che andrà tutto bene? – tuona in conclusione la Granà –. Non ci crediamo, anche perché da tempo abbiamo finito di credere alle favole. Come dicono le mie ragazze, nulla mai cambierà! Lo Zen è Zen! Non consentiremo, però, che si strumentalizzi il degrado voluto da questa amministrazione in funzione della solita campagna elettorale. Questa gente ha un cervello pensante e sa già di non volere votare più per questo sindaco. Mi unisco a loro e dico pure io: «Giù le mani dallo Zen».