“Biondino”, occhi chiari, giovane e risoluto, il palermitano Giovanni Lisotta, ha bruciato le tappe per diventare avvocato ma poi la sua vita ha subito una svolta che l’ha portato “direttamente in prigione senza passare dal via”, ma a ritmo di musica. E l’ironia ed i doppi sensi si sprecano se l’avvocato penalista in questione, ha scelto di abbandonare la toga per dedicarsi ad un club musicale che si trova a pochi passi dall’Ucciardone, ed ha scelto di chiamarlo proprio Jail Club.
Quanti anni hai? E quale percorso ti porta a diventare avvocato?
Ho 28 anni, ho fatto la primina e non ho mai perso un anno. Ho superato l’esame di abilitazione a primo colpo dopo soli 18 mesi di pratica, divenendo uno dei più giovani avvocati d’Italia, forse troppo giovane e con qualche cartuccia ancora da sparare.
Come e quando nasce l’idea di aprire Jail?
Sebbene mi occupassi di diritto penale, scrivevo anche progetti per fare ottenere alle imprese finanziamenti pubblici. In questo ero piuttosto bravo perché mi piaceva l’idea di creare nuovi posti di lavoro e aiutare i giovani imprenditori. Un giorno, ho deciso di farlo per me stesso. Ero convinto che Palermo meritasse un vero music club, un posto cool dove tutti, dai più giovani ai “diversamente giovani”, potessero ascoltare il proprio genere musicale, bere e ballare.
A cosa ti sei ispirato?
Ho preso spunto dai viaggi fatti intorno al mondo, al periodo in cui ho vissuto in Spagna e a quando ho fatto il barman in un club a Newcastle, in Inghilterra. Fondamentali i mesi, passati a New York, Los Angeles e altre metropoli, dove esistono vere realtà di “music clubbing“. Alla fine ho fatto un mix tra i club underground inglesi, e ai jazz club di Manhattan.
E sulla scelta del nome?
C’era un locale, a Palermo, il Phy Winter, chiuso da diversi anni, situato in via delle Prigioni e a pochi passi dal carcere Ucciardone, così mi venne l’idea di chiamarlo Jail ovvero prigione. Lo stile è molto underground freddo ma moderno, l’esterno invece, spezza, è più caldo e accogliente, insomma la differenza tra la galera e la libertà. Come motto abbiamo scelto non a caso: Jail Club, evadi dal resto!
La tua è una vera e propria start up, quali sostegni ha ricevuto?
La legge che agevola l’Autoimpiego (D.L. n. 185/2000 – Titolo II) che costituisce il principale strumento di sostegno alla realizzazione e all’avvio di piccole attività imprenditoriali da parte di disoccupati o persone in cerca di prima occupazione. Prevede la concessione di agevolazioni finanziarie con contributo a fondo perduto e mutuo a tasso agevolato e di servizi di assistenza tecnica. La sua gestione è affidata a Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione d’investimenti e lo sviluppo d’impresa. La soddisfazione più grande è stata che il progetto per ottenere il finanziamento l’ho fatto tutto da solo.
Chi sono i tuoi compagni di avventura?
Il mio socio, Emanuele La Licata, uno studente di economia e giovane imprenditore. Un top barman, Ivan Busca, uno dei pochissimi in Sicilia a saper fare flair bartending e ad insegnare ai giovani il mestiere. Da questa stagione il mio direttore artistico è Claudio Terzo, che è anche cantante dei Tre Terzi. E a farmi da pontiere con il mondo degli organizzatori è Serena Gebbia. Anche il fonico è un professionista del settore, si tratta di Federico Randisi, e la grafica del locale è curata da Riccardo Corda. Per questa stagione la performer del Jail Club è Laura Evangelista.
A cosa punti per questa nuova stagione?
Voglio creare un nuovo punto di riferimento per chi ha la cultura della buona musica, del buon bere, e del buon cibo. Punto a fare divertire i miei ospiti, a rubargli un sorriso. Voglio farli sentire a casa, con il calore, l’educazione e la gentilezza che ci contraddistingue. Un ruolo importante avranno le band siciliane, il mercoledì ci sarà sempre un tributo ad un grande artista nazionale o internazionale, tutti i giovedì una rassegna jazz ed il venerdì ed il sabato musica dal vivo e dj set. Inoltre il Jail Club con il suo stile glam metropolitano è meta preferita per festeggiare compleanni e momenti importanti della vita dei miei clienti ed amici e questo mi onora molto. Mi piace prendermi cura di ogni singolo aspetto delle loro feste. © Riproduzione riservata