Grande successo per la mostra di “Alexander Kanevsky: la forza dell’immagine” curata da Paolo Levi e ideata da Sandro Serradifalco, che sarà visitabile fino a martedì 22 marzo a Monreale nell’ex Monastero dei Benedettini, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18,30 con ingresso gratuito. L’evento culturale, è stato promosso da Effetto Arte e EA Editore Palermo, con la collaborazione della Galleria Civica “G. Sciortino” di Monreale, con opere dell’artista provenienti da collezioni private italiane ed estere.
All’inaugurazione avevano partecipato il professore Paolo Levi, l’editore Sandro Serradifalco, il sindaco di Monreale Pietro Capizzi, il responsabile della Gallera Civica “G. Sciortino” Ivana Forzieri, l’assessore alla Promozione del Territorio di Monreale Ignazio Zuccaro, l’assessore alla Cultura di Monreale Nadia Olga Granà.
Alexander Kanevsky è un medico oncologo e psichiatra russo, specializzato in medicina alternativa, ayurvedica, tibetana e tradizionale cinese. Ma ha anche una laurea in Letteratura ed è un esperto di arti marziali. E tutte queste sue conoscenze e passioni le ha sempre messe in pittura; è considerato a livello internazionale il fondatore del movimento Nuovo Rinascimento contemporaneo.
I suoi lavori sono quindi l’insieme affascinante di tutti questi input diversi, che si mescolano su tele spesso monumentali, traboccanti di un personalissimo bestiario, di giganti e corpi nudi modellati a colpi di nervi e muscoli tesi che s’intrecciano come serpenti primordiali.
«La ricerca figurativa del maestro Alexander Kanevsky – osserva Sandro Serradifalco, ideatore dell’esposizione – per le atmosfere oniriche e allucinate delle sue raffigurazioni, si può ben dire che affonda le sue radici nel Surrealismo storico. Racconta eventi tratti dalla storia e dall’Antico Testamento, trasfigurandoli in un’atmosfera onirica e sublime, densa di significati simbolici. Il suo bagaglio culturale – aggiunge Serradifalco – si spinge ben oltre la classicità: in molti suoi lavori, l’artista riflette su una condizione umana portata all’estremo limite della sopportabilità, evidenziata nelle posture contorte delle sue figure trasfigurate dall’angoscia e dal dolore esistenziale, che rievocano i busti michelangioleschi della Cappella Sistina».