Una serata all’insegna della narrazione di una tradizione che non affonda le proprie sue radici soltanto dentro i libri ma che affonda anche i denti in ogni prelibatezza che la gastronomia siciliana ed in particolare palermitana propone. È stato un vero piacere per le orecchie sentir parlare Gaetano Basile di cibo da strada in occasione di un incontro dedicato alla rascatura che si è tenuto da Un Po’ capiri, laboratorio dello chef Roberto Lombardo, di via Mariano Stabile, 232. L’idea dello chef che ha trascorso tanti anni negli Stati Uniti e che vi tornerà per portare la gastronomia locale è di riscoprire anche a Palermo, alcuni piatti meno noti, proprio come la rascatura che è un piatto di risulta dalla polente delle panelle.
Tra le scoperte più interessanti nel fiume di argomenti toccati dal giornalista e studioso degli usi e costumi siciliani, che è autore del libro “Piaceri e misteri dello street food palermitano” (2015) edito da Dario Flaccovio, c’è che l’esistenza del supplì la dobbiamo ad un monsù che mise dentro a delle pigne di riso, ovvero, una sorpresa per farla mangiare ai bambini, sulla scorta di un noto dolce francese dell’epoca. E, ancora, che l’arancina si fa con il riso arboreo o con la qualità “Roma”. Le caratteristiche che deve avere sono: bionda, croccante, tosta e al primo morso deve fare vedere le intimità. Deve, inoltre, odorare di zafferano, il cui profumo contribuirà al primo innamoramento e quindi alla nascita di un grande amore.
Basile ha raccontato che viaggiando si affida alle guide locali ma ne stravolge i programmi, chiedendo di farsi invitare ai battesimi e alle cerimonie di famiglia per poter gustare i piatti veri. È fu così che in un’oasi a duecento chilometri da Tunisi in un accampamento di beduini, vide che a tavola portarono un piatto di rame con riso giallo, pisellini, carote e verdure e capì che quella doveva essere la “nonna” dell’arancina, pietanza che quando ne resta, se ne ricavano palle che poi si friggono.
E tra i suggerimenti dell’esperto canuto e brillante c’è un assoluto divieto: “Mai birra e Coca cola” ma un vino bianco di bella struttura e frizzante, se necessario da portare con sé in macchina. Tra le sorprese c’è che il vino non va con i ricci di mare, per i quali è necessario solo il pane o addirittura la lingua perché non c’è niente da pulire in una bocca che ha appena toccato il paradiso.
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Un pò capiri – via Mariano Stabile, 232 Palermo – 091/9778087