“Viva Palermo e Santa Rosalia”, le parole che il sindaco Leoluca Orlando ha pronunciato sul carro dedicato alla Santa, così come tradizione vuole, così come il bilancio tra fischi ed applausi che in tanti fanno all’indomani della festa.
La fotografa palermitana Angela Scafidi ha osservato, attraverso il suo inseparabile obiettivo, il rituale dell’evento palermitano più atteso dell’anno sia dai devoti sia dai turisti. Dalla folla dietro al carro ai giochi d’artificio, dai palazzi nobiliari e ai festeggiamenti all’hotel NH al Foro Italico, dove si è svolta una festa con gli immancabili “babbaluci e u’muluni”.
E tra gli incontri fatti dalla fotografa, quello con il mecenate Roberto Bilotti Ruggi D’aragona, proprietario di Palazzo Castantino Di Napoli, uno dei Quattro Canti di Palermo che ha osservato:
«I Quattro Canti costituiscono la scenografia dei momenti più
significativi del Festino di Santa Rosalia. Qui il sindaco la sera del 14 pronuncia la solenne espressione “Viva Palermo e Santa Rosalia” e sintetizza l’amore dei cittadini per la loro Città e la patrona».
«Il 15, le reliquie ripercorrono i bracci della croce dell’assetto spagnolo della città, il Cassaro, è l’asse verticale, la sua risalita simboleggia l’ascesa celeste, poi l’asse orizzontale, via Maqueda, la materia terrena verso i vicoli. I Quattro Canti – prosegue Bilotti Ruggi d’Aragona – sono il punto di intersezione dove gli assi opposti da antitetici diventano complementari punto primordiale dal quale si irradia la città nei suoi quattro mandamenti, le quattro facciate concave danno forma tonda alla piazza, di cerchio simbolo del sole. Le reliquie in vengono portate a toccare i Quattro Canti cunei dei mandamenti nei quali si sviluppa la città, con una sequenza antioraria ricca di significati esoterici tra le accorate invocazioni popolari».
Tanta storia si scontra con la cronaca dei giorni nostri e non manca una nota polemica: «Dietro alle ricche facciate barocche tutti i palazzi dei Quattro Canti, giacciono in abbandono. Nel caso di Palazzo Di Napoli la precedente Amministrazione, poco attenta al risanamento del centro storico, è responsabile di anni di ritardi per la concessione edilizia per il progetto di recupero congiunto dei palazzi Di Napoli e Costantino, richiesta nel 2003 e rilasciata nel 2007, come albergo-museo di classe extra lusso, più saloni che camere avrebbe riqualificato la zona target della città e apportato una corposa occupazione. Le condizioni di questo progetto sono ormai tramontate».
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