È stata inaugurata lo scorso 10 luglio alla Fabbrica 102 di via Monteleone, 32 a Palermo, Fideles una mostra di scatti di Francesco Seggio, talentuoso artista autodidatta, figlio di contadini che rivolge il suo interesse ed il suo obiettivo sui volti e sui riti del passato che ritrova sulle sue Madonie.
Con le stesse parole dell’autore il racconto della mostra: «Venti anni fa circa, sono stato in giro per le Madonie, con un fondale ed un apparecchio fotografico a ritrarre la gente. Ritratti in posa, ma spontanei allo stesso tempo. I soggetti non erano stati avvisati della mia presenza, li ho fotografati con i loro abiti giornalieri, i visi giornalieri, gli atteggiamenti giornalieri. Il risultato è stato, secondo il mio parere, interessante. È diventato oggi , una ricerca antropologica, della serie “come eravamo”».
E ancora, riguardo ad un altro filone presente tra le fotografie, circa una ventina, esposte nello spazio sito dietro alle Poste Centrali del Capoluogo, aggiunge: «Ho seguito i riti religiosi in Sicilia per tanti anni e ne ho fatto una mostra che è stata esposta al Museo del Palazzo Branciforte a Palermo, a Stoccarda al Museo Delle Arti Religiose, a Carini, nel Castello dei La Grua. Immagini di reportage del periodo Pasquale, le cosiddette processioni dei misteri. Dopo le mostre non volevo ritornare più sull’argomento. Il ciclo si era chiuso con esecuzione sviluppo ed esposizione. Ritornarci su, non mi stimolava affatto. Un paio di anni fa però ho avuto un “intuito” che mi ha portato di nuovo a fotografare la fede dei siciliani. Le immagini, questa volta, non sono da reportage, bensì ritratti dei fedeli durante le evocazioni religiose. Ho ripreso i miei fondali e li ho fotografati con una nuova tecnica propria da sala posa. Pur essendo realizzate per strada, tra i vicoli siciliani, infatti, sembrano fatte in studio. Ma la spontaneità dei soggetti raffigurati svela la loro origine che ritrae bambini iniziati ad una vocazione che sta nascendo, soggetti appartenenti a particolari confraternite, centurioni in costumi, musicisti delle bande musicali a seguito, battitori eternamente presenti a scandire il ritmo. E poi preti, fedeli, organizzatori».
Sull’ispirazione che l’ha guidato nell’allestimento di questa sua ultima fatica spiega: «Mi sono ispirato molto ai pittori del 1600 circa, Rembrandt, Caravaggio, Vermeer, Artemisia Gentileschi. La luce essenziale e quasi sempre laterale, pone il soggetto protagonista. L’osservatore non ha distrazioni. Le inquadrature sono classiche, come lo sono quelle dei pittori di cui prima. La scelta del colore è d’obbligo. Le stampe, 70×100 per dare maggiore risalto al ritratto, sono chimiche, con particolare attenzione alle densità delle tinte, per dare il giusto equilibrio. Amo il ritratto – conclude – perché mi piace osservare la gente. Ho un profondo rispetto per l’uomo nelle sue diversità »
Francesco Seggio, è nato a Palermo nel 1961 ed è un fotografo di prima generazione, i suoi genitori sono di estradizione contadina. Scopre la fotografia a 24 anni e da quel momento è un amore che non si esaurisce. Dal 1986 ad oggi ha accumulato mostre e riconoscimenti personali, è stato invitato a workshop di tutta Italia come master Kodak ed è ospite spesso ad incontri con fotoamatori. Tra le sue varie mostre “Ritratto di Matrimonio” del 1990 al Grand Hotel et Des Palmes a Palermo, “I segni della fede” alla fondazione “Lauro Chiazzes ” della Cassa di Risparmio, nel 1995 la mostra “Le madonie per immagine”, itinerante tra Castelbuono, Polizzi Generosa, Caltavuturo, Geraci Siculo, Ganci e Petralia Soprana. Nel 2001, in occasione della “Fiera dello Stretto”, a Messina, presenta “I Misteri Pasquali”. Nel 2007, a Stoccarda presenta ed espone “Riti religiosi in Sicilia”, la stessa mostra verrà esposta nel 2008 al Castello La Grua a Carini. Ancora nel 2013 con la mostra “Rispetto , cento facce contro l’intolleranza”, a Palazzo Steri, con il patrocinio internazionale dell’Unhcr.