Quatto vetrine ad arco, nel cuore di Palermo, tra via Ricasoli e via Gaetano Daita racchiudono il nuovo scrigno prezioso di Cocù Precious, azienda di Valentina Costanzo e Angelo Cuttitta che, a poco meno di un anno dall’inizio della sua attività, conquista il salotto buono della città, con un secondo punto vendita. Il taglio del nastro della nuova gioielleria, caratterizzata da mobili d’epoca, inserti gold e tonalità di grigio, si celebrerà venerdì 1 dicembre, alle ore 18,00, alla presenza del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. Musica dal vivo del jazzista Marcus Sax, degustazione a cura delle Donne del vino. Mostra di gioielli all’interno. Ingresso gratuito da via Ricasoli, 46.
Il debutto di Cocù e la passione dei suoi fondatori per le pietre preziose
L’azienda Cocù Precious ha debuttato con il primo negozio in via Filippo Cordova, 37, a gennaio del 2023. Il cuore e la mente di Cocù sono Valentina Costanzo, creativa, jewels designer per passione, fin dai tempi del liceo artistico, e Angelo Cuttitta, gemmologo dell’Igi, Istituto gemmologico Italiano di Milano. Attraverso i loro occhi e i loro racconti si può ritrovare il significato profondo delle gemme preziose che non sono oggetti freddi, ancorché di valore, ma depositari di anni di storia.
Grossisti di diamanti e di pietre di colore, si occupano delle realizzazioni di tutti gioielli artigianali in vendita, con la possibilità di customizzarli a partire dalla scelta della pietra e con una manifattura rigorosamente italiana, a fronte dell’imperare di quella indiana e cinese. Per portare avanti la maestria degli artigiani siciliani, aretini, vicentini e toscani.
Ogni oggetto di Cocù Precious ha un controllo di qualità elevato. “La pietra non deve avere inclusioni penalizzanti, deve avere la giusta trasparenza e rispettare le tonalità e la saturazione del colore – spiega Angelo Cuttitta, gemmologo e comproprietario di Cocù Precious – importante è anche la simmetria del taglio”.
Il racconto dietro ad ogni gemma preziosa
Tutti questi accorgimenti tecnici hanno bisogno di un microscopio e di un occhio esperto per essere apprezzati ma basta essere appassionati di gioielli per restare incantati al racconto che c’è dietro ad ogni gemma. “Ogni pietra è adatta ad una persona diversa e ogni pietra ha una sua storia” racconta Valentina Costanzo, jewel designer e comproprietaria di Cocù Precious.
Il diamante che è quello che impressiona sempre tutti, ed è come se fosse da sempre esistito. Per diventare tale, infatti, ognuno di loro ci impiega duemila, tremila anni. Quando si monta un diamante in un anello, allora, è come se si regalasse un’eredità atavica a qualcuno, un simbolo di eternità. Secondo la tradizione, il diamante rispecchia la promessa di un impegno ed è donato o per suggellare un amore, con fidanzamento e matrimonio, o per rinnovarlo.
La pietra più sexy è lo smeraldo, il suo colore verde, la trasparenza e la sua estrema rarità lo rendono straordinario. Allo smeraldo è legata la storia dell’El Dorado, luogo leggendario dove sono nascoste le pietre più belle. Ogni donna desidera gli smeraldi senza differenza di età.
Il rubino è più una pietra da donna o uomo maturo. Rappresenta la passione, col suo rosso e si regala dopo il diamante e quando si vuol dimostrare la conferma di un legame. In passato, era già simbolo di ricchezza e potere. Come molte delle pietre più belle, i rubini più preziosi sono estratti dalle miniere della Birmania.
Gli zaffiri, nell’antichità, erano considerati simboli di purezza e fede. Nel Medioevo, venivano utilizzati per creare amuleti protettivi e talismani. Pietra del vero e della veggenza, era usata dagli sciamani. Si regala a qualcuno a cui si vuole augurare del bene. Si dice anche che i comandamenti dati a Mosè furono incisi in una lastra di zaffiro.
Le pietre preziose non minerali, dall’alessandrite ai quarzi
Le principali pietre preziose tra i minerali, sono queste da sempre e per sempre. Diamanti, smeraldi, rubini e zaffiri, almeno in Europa, sono le più ambite. Altre culture e altri continenti prediligono l’alessandrite, i quarzi, gli opali, la tanzanite, i topazi imperiali, che arrivano a costare anche 2000 euro al carato, acque marine che costano quanto i diamanti. “Queste pietre sono altrettanto belle e preziose – afferma Angelo Cuttitta -, di nicchia ma sempre di più disponibili anche da noi, da quando il mondo con internet è diventato un villaggio globale e la distanza dalle miniere produttive si è accorciata”.
A completare la gamma dei preziosi che il mondo di Cocù Precious può offrire ci sono le gemme derivate da organismi viventi come i coralli. Montati in tutti i colori dell’oro e, addirittura, in platino che è una lega molto più resistente e preziosa.