di Milvia Averna. La cucina fusion nippo brasiliana prende piede anche nel capoluogo siciliano. Foglie d’oro, frutta, platano e persino le melanzane alla parmigiana si impossessano dei nobili bocconi di sushi. A portarla in città è Giuseppe Rao, un giovane ex calciatore, appassionato del suo lavoro e della sua nuova creatura, Aiko, un locale ricercato nel centro di Palermo, in via Enrico Parisi 9, un luogo prezioso e riservato dove, a farla da padrona, è una cucina creativa e sofisticata.
Affascinante trentenne palermitano, Giuseppe Rao, la notte guarda in giro, sfoglia pagine web, pensa, immagina e l’indomani crea o fa creare nuovi e originali pezzi di sushi alla ricerca del boccone perfetto. L’uramaki è il principe della sua cucina, affidata a chef Islam e a chef Hamon. Da Aiko sushi-restaurant, da circa un anno, propone sushi fusion, un tipo di cucina che nasce dalla cultura giapponese contaminata da quella brasiliana, e diversa da quella millenaria nipponica perché meno rigida.
Il sushi brasiliano, infatti, è esuberante, carico di ingredienti e particolarmente bello da vedere. I piatti sono decorati con fiori e pezzi di frutta tagliati in modo creativo. La differenza, quindi, non è soltanto nel gusto, ma estetica ed anche storica.
Le origini della cucina fusion nippo-brasiliana
Si racconta, infatti, che un gruppo di giapponesi si sia trasferito nel grande paese sudamericano in cerca di fortuna, dando vita a questo incontro di tradizioni culinarie. Si fa risalire, di preciso, al giugno 1908, quando la nave Kasato Maru attraccò nel porto di Santos, oggi San Paolo. A bordo, quasi duecento famiglie giapponesi, essenzialmente contadini, braccia agricole per le piantagioni di caffè e cacao. Il primo insediamento nipponico in Brasile si chiamò Libertade, quartiere popolare della capitale, dove nacque la fortunata sperimentazione.
L’incontro tra l’ex calciatore Giuseppe Rao e la cucina fusion nippo brasiliana
«Mi piace scoprire gusti nuovi» racconta Giuseppe Rao, ex giocatore di calcio serie D e serie C che, dopo aver girato i campi di calcio italiani, ha sentito il richiamo della sua terra ed, è tornato in Sicilia, dove è prossimo alle nozze. «Ho scoperto nascere in me la passione per la cucina – spiega Rao – andando al mercato del pesce con un amico che aveva un ristorante. Lì mi sono innamorato dei colori, dei sapori e degli odori degli ingredienti e ho sentito che, nella perfezione e nel bilanciamento dei gusti in un solo boccone, tipico della cucina giapponese, avrei trovato la mia massima soddisfazione. Nella versione fusion brasiliana posso far uso di un maggior numero di ingredienti e di fantasia e così è nato Aiko che a dicembre compirà un anno».
Da Aiko lo stile è minimal, moderno e made in Palermo
Non è giapponese ma palermitano Luigi Smecca, l’architetto che ha trasformato i locali dove ha sede Aiko sushi-restaurant, in via Enrico Parisi, 9, uno scrigno elegante e sofisticato, con circa 55 coperti, toni grigi e moderni a dominare, con top in pietra naturale e contaminazioni d’oro e bronzo nei punti luce. Uno stile minimal, milanese, dove il Giappone è presente nell’imponente e scenico murale nel salone, che ritrae una affascinante geisha disegnata in morbidi colori pastello.
La diretta di Glitter Sicilia da Aiko
Il menu di Aiko Sushi Restaurant
L’originalità degli abbinamenti è certamente la firma di Aiko. I pezzi sono molto curati nella presentazione e nella realizzazione. Le materie prime, si capisce al primo morso, sono ricercate. Ogni boccone punta a stupire. La ricchissima degustazione della prova del menu, ha visto servire una tris di tartare di spigola, salmone e tonno, Nigiri special con lime, tartare d’astice e salmone, gli originalissimi Nigiri al tonno, sovrastati da una copertura di uova di quaglia con scaglie di tartufo.
Gli uramaki da Aiko si vestono a festa, sembra quasi un peccato mangiarli. Abbiamo provato quelli con il gambero in tempura, avocado, stracciatella, gambero di Mazara e decorazione di germogli di soia, freschi in bocca e con un retrogusto che crea assuefazione. Ancora un uramaki con gambero in tempura e avocado ma vestito con un top di gorgonzola aromatizzata al tartufo e tartare di tonno, due opposti che si sposano in una combinazione ideale ed esplosiva. Quello che però ci ha fatto innamorare è l’uramaki con gambero in tempura, avocado, tartare di gambero rosso e top di ricci.
Il notevole azzardo dell’accostamento tra pesce e stracciatella e gorgonzola, nonché uova di quaglia spolverato di tartufo, si è trasformato in vero stupore del palato con il tanto decantato uramaki alla parmigiana di melanzane. Saporito, un boccone compatto e perfettamente bilanciato che appaga l’aspettativa del sushi insieme a quella di una delle pietanze più tipiche della cucina siciliana.
Alcuni segreti di Aiko per stupire, dalla foglia d’oro al katsuobushi
La serie di portate non si è esaurita con questo incrocio, ben riuscito, nippo siculo. Come in una notte di fuochi d’artificio, Aiko con il suo generoso ospite Giuseppe Rao, ha continuato a stupire, con la sua foglia d’oro, una decorazione che dà gusto e preziosità all’uramaki, con il suo gunkan flambè, un bignè di pesce e riso che va mangiato subito appena si spegne la fiamma, per poter apprezzare l’affumicatura e l’aroma di sambuca e con la sfoglia di riso con gambero in tempura, tartare di salmone e lime grattugiato, croccante e frizzante come la “gemella” con gambero in tempura dentro, salsa guacamole e top di gambero di Mazara.
E come nelle migliori favole gastronomiche si finisce in dolcezza con un Hossohot, un hosomaki in tempura con Philadelphia, ricoperto di fragole, non prima però di aver assaggiato il katsuobushi, fiocchi croccante di tonnetto essiccato, sapido come la bottarga, che fa parte degli segreti della cucina di Aiko per donare novità e unicità ai propri bocconi di sushi.
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