Quali emozioni e quali paure rischiano di farci ammalare? Risponderà al quesito Simone Ramilli, noto naturopata delle star di Hollywood e autore del libro “Tutto quello che sai sulla malattia è falso” nel corso del workshop gratuito che si terrà a Palermo, il 7 giugno a partire dalle 17,30 con gli interventi di alcuni esperti, tra cui la psicologa Paola Maria Di Natale, Nicoletta Salviato, Dirigente medico Arnas Ospedale Civico Di Cristina Benfratelli e responsabile Educazione e promozione alla salute Progetto Cuore, prevenzione della Sindrome Metabolica, Angelo Maria Patti e Vincenza Rosaria Giglio, dottori di ricerca Università di Palermo.
“La recente biologia molecolare ha dimostrato che il genoma è molto più reattivo all’ambiente di quanto si pensasse in precedenza. Ha inoltre dimostrato che le informazioni si possono trasmettere alla discendenza in altri modi oltre che tramite la sequenza base del DNA“, come hanno scritto Jablonka e Lamb nel 1995 nel Epigenetic Inheritance and Evolution – The Lamarckian Dimension.
Negli ultimi anni, infatti, le ricerche hanno dimostrato che i modelli di Dna trasmessi per mezzo dei geni non sono fissati dalla nascita, ma sono influenzati dall’ambiente, compreso nutrimento, emozioni e stress. Il comportamento biologico e l’attività genetica poiché sono collegati in modo dinamico alle informazioni provenienti dall’ambiente, alla loro abilità di adattarsi ai continui cambiamenti dell’ambiente e selezionare le giuste risposte ed i giusti comportamenti, si capisce come le abitudini quotidiane possano incidere in modo rilevante sul benessere generale.
In questo senso si può estendere il ragionamento e comprendere quanto uno stile di vita sano, ed anche pensieri costruttivi e positivi, possano impattare sulla salute. L’attuale ricerca scientifica ci conferma, inoltre, come le tensioni emotive, lo stress, le frustrazioni etc… possono tradursi in disturbi somatici di diversa natura e gravità. Fisico e mentale sono due facce di una stessa medaglia in salute e in malattia.
Ogni evento affettivo, cognitivo o comportamentale ha un corrispettivo biochimico. Questo ci aiuta a superare il dualismo mente-corpo, ma anche l’opposizione geni-ambiente. L’ambiente, inteso soprattutto come insieme di relazioni, ha un ruolo fondamentale in ogni comportamento umano.
Partendo dalle recenti ricerche possiamo affermare che se un forte vissuto emozionale non viene disinnescato è un incubatore di malattie. Le relazioni sentimentali, i rapporti con i genitori ed i figli, la vita lavorativa e sociale sono all’origine di tutto questo. Tutto ciò viene internalizzato dall’individuo in momenti diversi della propria vita e può essere da un lato fonte di stress, di conflitti emotivi che influiscono sullo stato fisico; dall’altro occasione per indurre la persona a fare ricorso alla resilienza e scegliere strategie adattive rispetto all’ambiente sociale ed emotivo in cui vive.
A supporto della correlazione tra malattia fisica, emozioni e traumi possiamo sostenere che scopo della malattia è interiorizzare ed elaborare una ferita d’amore per creare condizioni adatte al nostro corpo/mente per sopravvivere in un ambiente conflittuale. Vedere la malattia in questa prospettiva ribalta il senso comune a proposito di malattia e di cura e apre alla medicina del XXI secolo, sempre più attenta a comprendere il valore della persona e della sua storia di vita personale nella cura di una malattia.