di Milvia Averna. Quanto è facile corteggiare quando non si deve arrivare fino alla cassetta della posta per imbucare una lettera d’amore e quando i fiori, che si regalano sono sotto forma di emoji e costano zero euro? Conoscere una donna, sapere i suoi gusti, contattarla in ogni momento e lusingarla con commenti e “mi piace” su foto e status, con Fb e Whatsapp è diventata una passeggiata di salute. E se, ad alcuni, serve solo a rimediare una notte di divertimento, per altre menti più complicate, è un nuovo e facile terreno di caccia per i propri giochi psicologici.
I social network hanno reso, infatti, più pericolosi stalker, psicopatici, sociopatici e narcisisti. Se, nel primo caso, il pericolo appare da subito evidente, nelle altre tipologie di disturbo, il male arriva con un viso d’angelo che prima ti riempie di attenzioni e poi, appena perde interesse e utilità, chiude il rapporto senza rimorsi, per la mancanza di empatia dovuta al vuoto che ha dentro. E l’unico modo per salvarsi da queste persone che è impossibile cambiare, è quello che in gergo si chiama “contact zero” e cioè tagliare i ponti (spiegato qui in 18 passi).
Come agiscono, come riconoscerli e come salvarsi?
L’abbiamo chiesto a Maria Laura Faldetta, dottoressa in Psicologia e psicoterapeuta gruppoanalista. Lavora alla Samot onlus palermo, società per l’assistenza al malato oncologico terminale.
«Siamo nell’era del narcisismo, del mordi e fuggi, dell’apparire e delle “relazioni liquide”, come le ha definite Zygmunt Bauman, filosofo e sociologo polacco, nei suoi studi – spiega la dottoressa Falletta -. Le ricadute dei social sulle relazioni interpersonali sono una delle più evidenti trasformazioni del nostro modo di stare in relazione con l’altro.
Se da un lato siamo alla ricerca di una rapporto stabile e duraturo, dall’altro la tentazione di soddisfare i nostri bisogni più immediati diventa più semplice attraverso un banale click. L’incontro occasionale o meglio, quello che avviene attraverso un monitor, consente di dare all’altro esattamente ciò che è più conveniente e meno dispendioso in termini di investimento emotivo ed affettivo.
L’incapacità di stare all’interno di una relazione che necessita di impegno, abnegazione e sacrificio è proprio ciò che caratterizza le modalità relazionali del narcisista. Il suo essere perfettamente integrato socialmente, lavorativamente e culturalmente rende il suo disvelamento molto più complicato che per altri disturbi di personalità, quali quelli su indicati, proprio per queste sue abilità social».
I social network sono, quindi, per i narcisisti patologici l’ambiente ideale per catturare le proprie prede, meglio del bosco per il lupo? E a Cappuccetto Rosso cosa tocca fare?
Assolutamente si, proprio perché i social offrono uno scudo, una sorta di protezione che ci consente di dare agli altri l’immagine di noi che più desideriamo ma che spesso non corrisponde alla realtà. Quale miglior posto per indossare maschere se non un social dove puoi alterare sia dati anagrafici che immagine visiva?
Con i social la relazione diventa semplice “connessione” laddove vengono a mancare gli aspetti più importanti del rapporto con gli altri e cioè lo sguardo e il contatto, fonti inesauribili di scambio emozionale autentico. Se pensiamo in più che tutto questo non comporta alcuno sforzo né fisico né economico, il gioco è fatto. Bisogna considerare che nulla può sostituire il linguaggio del corpo né tanto meno quello degli occhi, elementi imprescindibili, questi, in una relazione intima o amorosa.
Non c’è un cacciatore sul web pronto a salvare Cappuccetto Rosso, e quindi che si fa?
Bisogna imparare a conoscere gli uomini attraverso una frequentazione più fitta ed assidua. Diffidare di chi si innamora follemente al primo click o like. Non abbandonarsi alle facili promesse di amore eterno o alle belle parole, talvolta sostituibili con gif o emoticon, che spesso si rivelano fumo negli occhi. È chiaro che il bisogno di essere amati può portare alla ricerca di un appagamento immediato dei nostri desideri ma la paura di un legame profondo appartiene a tutti.
È dunque preferibile essere più cauti, guardinghi e anche un po’ meno sognatori perché purtroppo la fregatura è dietro l’angolo. Un po’ di sano egoismo non guasta, del resto dovremmo sapere che, chi è davvero interessato a noi, lo può dimostrare in altro modo, un po’ più concreto. Ipotizzare un ritorno al passato, alle vecchie maniere fatte di corteggiamenti romantici è un po’ difficile ma provare ad essere più realisti sarebbe auspicabile per evitare inutili sofferenze. Una specie di amore a piccole dosi insomma, ma che forse, alla lunga, riesce ad essere più appagante.
Come agiscono questi predatori e manipolatori, come riconoscerli e come salvarsi?
In genere nella prima fase del corteggiamento, detta “love bombing“, si presentano con le sembianze del principe azzurro, di tutto ciò che abbiamo sempre sperato e desiderato, salvo poi rivelarsi degli insicuri, incapaci di amare e di stare all’interno della relazione. Mirano all’appagamento immediato e totale dei propri desideri e bisogni e se pensiamo che con i social le persone diventano facilmente sostituibili e intercambiabili, tutto questo diventa molto pericoloso e frustrante.
Di solito le vittime del narcisista sono il suo esatto opposto e cioè i soggetti empatici, coloro che riescono ad annullare se stessi, a comprendere e giustificare l’altro ma soprattutto a garantirgli un continuo rifornimento di energie e linfa vitale. Riconoscerli non è semplice proprio perché apparentemente sono persone adeguate e persino brillanti ma, attraverso una conoscenza più profonda spesso vengono fuori tutte le loro fragilità ed insicurezze.
Salvarsi è possibile, seppur complicato, cercando di evitare di cadere nella loro trappola, imparando a bastare a se stessi, ad amarsi di più e fare in modo di incontrare e conoscere le persone in contesti di vita reale e non virtuale. Importante è anche farsi guidare dall’intuito e dal famoso sesto senso, che spesso diventa per noi un alleato quasi infallibile, provare a dare retta al famoso campanello d’allarme che spesso avverte le vibrazioni e le sensazioni dell’anima ancor prima della nostra testa e del nostro cuore.
Ha avuto raccontata qualche esperienza avvenuta sui social?
E’ doveroso puntualizzare che una cosa è l’autostima, il senso di sé e l’amor proprio, altra cosa è, invece, un insano o grandioso senso di sé. Bisogna, inoltre, considerare che chiunque può rimanere vittima di questi soggetti senza discriminazione di ceto sociale, culturale o economico. Ho conosciuto diverse persone che hanno avuto simili esperienze nei social talvolta parecchio devastanti.
Dal narcisista seriale all’uomo già impegnato, dall’eterno Peter Pan al cascamorto, sui social rischi di trovare un po’ di tutto. Le storie più drammatiche purtroppo sono poi quelle che emergono dalla cronaca, storie di amori malati con epiloghi tragici. Di contro molte delle storie che noi conosciamo seguono un copione standard, in cui gli intrecci amorosi sono simili a quelli delle telenovelas, laddove però i protagonisti non sono attori ma persone a noi molto vicine.
Il classico triangolo è il modello più diffuso, quello in cui, per sopportare la routine della vita quotidiana, si va alla ricerca spasmodica di emozioni e sensazioni, spesso fugaci, in cui c’è sempre qualcuno che ci rimette in serenità e salute mentale.
Una persona a me vicina ha scoperto di vivere da otto anni con un uomo che aveva già una famiglia, figli ed una vita parallela ma che, pur di non perdere il suo potere seduttivo, l’ha perseguitata per mesi. Riprendere in mano la sua vita è stata dura ma, grazie al supporto di uno specialista e alla rete familiare ed amicale dopo un paio d’anni sembra rinata. Ah ovviamente non fa parte più di alcun social!