All’interno dello spazio espositivo del Real Albergo dei Poveri, dal 25 gennaio al 24 marzo sarà visitabile la mostra antologica dell’artista americana Marion Greenstone, (New York 1925 – 2005) a cura di Cora Hahn. L’esposizione approda in Sicilia grazie all’idea di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, membro del comitato tecnico scientifico del Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese di Roma e direttore del Museo Bilotti Ruggi D’Aragona Arte Contemporanea di Rende. La città di Palermo, grazie al polo museale regionale d’arte moderna e contemporanea di Palermo, ospiterà le opere di una delle più rappresentative artiste donne che hanno dato un contributo significativo all’arte contemporanea e in particolare alla Pop Art americana.
Saranno presenti l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Carlo Vermiglio, il dirigente generale del dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Gaetano Pennino, la direttrice del polo museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo Valeria Patrizia Li Vigni, il capo sezione del Public Affair del Consolato Generale degli USA a Napoli, Shawn Baxter. La mostra organizzata da Mesime, Associazione Siculo Mediterranea per la Cultura, è realizzata con il patrocinio dell’assessorato ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America per il Sud Italia, dall’Accademia Americana di Roma e dalla FulBright, Commissione per gli Scambi Culturali Stati Uniti e Italia ed è realizzato a favore dell’ADMO, Associazione Donatori Midollo Osseo.
«Per il Polo, sempre attento ai più significativi fermenti dell’arte contemporanea – ha dichiarato la direttrice del Polo Museale, Valeria Patrizia Li Vigni – è un onore contribuire alla realizzazione di questa mostra dedicata a Marion Greenstone, una delle più talentuose sperimentatrici dei linguaggi del contemporaneo degli ultimi cinquant’anni». Francesca Pietracci, una delle principali studiose del lavoro dell’artista americana e curatrice di diverse sue mostre, scrive di lei: Marion Greenstone, donna di grande energia e sensibilità è inserita a pieno titolo nell’ambiente artistico e culturale della New York del suo tempo. Come testimoniano le lettere conservate nel suo archivio, le sue frequentazioni e amicizie più strette e durature risalgono agli anni della Cooper Union (Accademia di Belle Arti di New York dove si laurea nel 1954) e del Pratt Institute, dove ha insegnato.
Dalla sua biografia si evince che la sua esistenza era interamente dedicata all’arte e tutto girava intorno ad essa. Marion Greenstone era nata a New York nel 1925. La famiglia era vissuta a Beacon, New York, durante gli anni Trenta, per poi tornare a New York City dove, durante la Seconda Guerra Mondiale. Aveva frequentato il liceo e l’università, a 21 anni, dopo essersi laureata in letteratura e aver iniziato ad insegnare inglese, capì che la sua vera aspirazione era stata sempre un’altra. Lei la definì “la mia aspirazione segreta”. Una scelta diversa e coraggiosa, che si allontanava dall’educazione ricevuta in famiglia e dalla sua formazione scolastica: l’arte rappresentava il suo spazio di libertà così difficile da conquistare sia a livello esteriore che interiore.
Dalle opere e dagli scritti che ci ha lasciato, sappiamo che Marion Greestone è stata un’artista che ha lavorato per circa 50 anni, senza interruzioni e senza ripensamenti, percorrendo stilisticamente tre periodi, ben rappresentati dalla sorella Cora nel percorso espositivo della mostra siciliana: l’Informale (1955–1960), nell’ambito del quale il suo interesse era di mantenere il contesto dopo la rimozione del contenuto; la Pop Art (1961–1970), momento centrale di tutto il suo lavoro; l’Iperrealismo (1970–2005), nell’ambito del quale ha recuperato una cifra astratta più intima.