Il crescente aumento delle donne vittime di “Amori malati” è, ormai, un dato preoccupante. Le statistiche parlano di una donna uccisa ogni tre giorni; il rapporto Eures, l’Istituto di ricerche economiche e sociali che da anni dedica al fenomeno un Osservatorio, racconta di una vera e propria strage: negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740: 1.251 (il 71,9%) in famiglia, e 846 di queste (il 67,6%) all’interno della coppia; 224 (il 26,5%) per mano di un ex. La circostanza che il 25% di queste vittime avesse denunciato gli atti persecutori (dati forniti dall’associazione S.O.S. Stalking) fa emergere ancor di più la pericolosità del fenomeno.
“Il primo passo da compiere – sottolinea la consigliera comunale Federica Aluzzo – è denunciare: molte volte la vittima, temendo comprensibilmente ritorsioni, non si rivolge alle autorità. Così facendo, però, si continuerà ad essere vittime e si rischierà la vita. Uno stalker difficilmente molla la presa per il solo fatto che non venga denunciato, anzi, si sentirà onnipotente, consapevole dell’ascendente che esercita sulla psiche della sua vittima. Si pone, poi, il problema che anche a seguito di denunce possa non accadere nulla. Innanzitutto è vivamente consigliabile avvalersi di un legale che, valutato il caso, saprà consigliare anche i documenti necessari a rendere la denuncia capace di effetti, anche al fine di chiedere una misura cautelare penale, come il “divieto di avvicinamento alla vittima e ai luoghi frequentati”.
“Stante i tempi delle indagini – aggiunge Federica Aluzzo – nel frangente, come ricordato dall’Avvocato Maria Dell’Imperio si possono richiedere ordini di protezione, che consentono, senza la necessità di dimostrare i gravi indizi di colpevolezza richiesti in sede penale, di ottenere l’allontanamento dalla vittima (dalla casa familiare e dai luoghi abitualmente frequentati) quando la condotta del coniuge o convivente sia causa di grave pregiudizio all’integrità fisica e morale o alla libertà dell’altro coniuge. Nel caso in cui si dimostri l’urgenza il giudice, assunte sommarie informazioni, emette il provvedimento immediatamente”.
“Se poi si ottiene l’ordine di protezione civile o la misura dell’allontanamento penale e le violenze continuano, affidarsi a un legale può aiutare, in quanto, nel caso di violazione delle misure, al primo tentativo di avvicinamento, si potrà chiedere l’aggravamento delle stesse, allontanando di fatto lo stalker o in generale il violento dalla propria vita in attesa del processo, prima che si verifichi l’irreparabile”.
“Per questo ed altri temi – sottolinea ancora la Consigliera Aluzzo – ho presentato diverse mozioni e una proposta di deliberazione per istituire la Consulta comunale per le politiche femminili. Ma adesso occorre lo sforzo di tutte le figure interessate, per rendere sempre più efficiente la Rete antiviolenza già esistente e mi auguro che a livello nazionale si trasformi in realtà la proposta di legge sulla istituzione della Commissione di inchiesta sul fenomeno del femminicidio”.
“Resta, in ogni caso, la necessità che siano adottate misure legislative più rigide – conclude – perché se il femminicidio rappresenta già un allarme sociale, gli “omicidi annunciati” con denuncia sono intollerabili”.