Troppo facile attribuire al caldo le follie d’artista. Sono originali, sono vulcanici e non si riposano neanche in vacanza ma scelgono le mete di villeggiatura come palcoscenici per le loro performance d’autore. Due siciliani l’“hanno fatta grossa”, in particolare a San Vito Lo Capo e sull’isola di Lampedusa.
L’invasione dei polpi di terra di Antonietta Filangeri
L’invasione di polpi di terra a San Vito Lo Capo è da attribuire all’artista della creta Antonietta Filangeri. Per causa sua, una barca a vela ha battuto una bandiera davvero originale, raffigurante i polpi di terra, marchio di fabbrica dell’artista palermitana reduce dalla fortunata cinque giorni Marevigliosamente Tus’a, una collettiva di pittura su un murales di 110 metri.
L’“attacco d’arte” è avvenuto nel golfo antistante la bianca spiaggia della località balneare trapanese. Su un motorsailer dell’armatore greco di Tebe, Antonio Kontinos, lungo 12 metri, i rotoli di carta scenografica dipinti con l’argilla e raffiguranti polpi colorati si sono gonfiati grazie agli zefiri che soffiano forti a San Vito.
L’artista sta operando, adesso lungo la costa tirrenica nebroidea, con delle performance particolari dipingendo in spiagge deserte, su alcuni rotoli di carta scenografica, utilizzando elementi naturali al posto dei pennelli. E, a Tusa, nel suo rifugio-atelier sta realizzando nuove opere in terracotta da esporre a Malta in una personale del prossimo inverno.
E Domenico Pellegrino ha addirittura affondato la Sicilia
Apparentemente bellica, ma con in realtà un profondo significato umanitario, anche l’ultima prodezza di Domenico Pellegrino che ha semplicemente affondato la Sicilia! L’ultimo pallino, infatti, dell’artista che sicilianizza gli eroi dei fumetti, sono le istallazioni luminose, come quelle che adornano le città del sud durante le feste patronali. La sua Sicilia, da Palazzo Forcella De Seta, dà il benvenuto, da alcuni mesi, ai visitatori di Palermo che vengono dal mare e, adesso, invece, irradia la sua luce dal fondo del mare di Lampedusa.
«Una Sicilia mare di luce che, nella contemporaneità dei nostri giorni, in cui il mare è teatro di tragedia, rappresenta l’idea che qualcosa possa brillare lì dove quasi quotidianamente si consumano tragedie umane. È una Sicilia che dal fondo del mare illumina le anime di chi lo ha attraversato e che nella luce sognava una vita migliore. Una Sicilia che dà il benvenuto, che diventa simbolo di crescita e speranza» spiega Pellegrino.
L’opera, realizzata in ferro zincato, dipinto a mano, di circa 4mt di lunghezza, dal peso di 160 kg, con un sistema di luminarie con luci Led é stata installata nelle acque di Cala Francese, temporaneamente per le riprese del video dal titolo “Cosmogonia Mediterranea”. L’opera tornerà sott’acqua nell’estate del 2017, dopo aver completato un iter che la vedrà esposta anche al museo d’arte contemporanea Belmonte Riso di Palermo. Cosmogonia Mediterranea ha ricevuto il patrocinio di Soprintendenza del mare, dell’Area marina protetta “isole Pelagie”, del comune di Lampedusa e Linosa, ed è stata supportata da dimore di vacanza Cala Palme, dal team del diving Pelagos, Elenka, Fondazione Maimeri e Museo Riso. © Riproduzione riservata