L’atrio di Palazzo delle Aquile, sede istituzionale del Comune di Palermo ha ospitato, pochi giorni fa, lo scambio delle fedi e le promesse d’amore di Toti Migliore e Giuseppe Atanasio, coppia gay felice da oltre vent’anni, che ha iscritto i propri nomi nel registro delle unioni civili.
Toti e Giuseppe sono arrivati insieme, tenendosi per mano, visibilmente emozionati, e, circondati dall’affetto di amici e parenti, sono stati accolti anche da un breve saluto del sindaco Leoluca Orlando. Non è stato un matrimonio, non può esserlo in Italia, così hanno deciso di fare questo primo passo per poi coronare il loro sogno all’estero.
Toti e Giuseppe non avevano alcuna intenzione di diventare “notizia”, ma il loro matrimonio è trapelato a seguito della voglia di normalità di Giuseppe, dipendente AMAT, che ha deciso di avanzare una richiesta di congedo matrimoniale, a cui ancora non ha ricevuto risposta, solo dubbi, scuse, temporeggiamenti. Eppure l’azienda di trasporto urbano ha adottato il codice etico di comportamento, ex Dlgs. 231/2011, che fa proprio l’art 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Esistono sentenze favorevoli, l’ultima è della Corte di Cassazione, la n.4184 del 15 marzo 2012, che garantiscono il diritto a far valere un “trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”. Un’azienda italiana, la Zeta Service srl di Milano, ha concesso ad un suo dipendente omosessuale il congedo matrimoniale con sette giorni di ferie retribuite. Frutto, probabilmente dell’acquisizione di un “diverso” punto di vista: accettare la diversità come normalità, partendo dall’uguaglianza del trattamento, per arrivare, chissà quando, a non dover più lottare, anche se “gioiosamente” come fanno Toti e Giuseppe, per una naturale accettazione della diversità umana.
Rosa
ottobre 3, 2013 @8:31 am
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A Toti e Giuseppe infiniti di auguri di felicità. Non è forse la felicità il fine ultimo della nostra vita?